Tutto parte dal suolo

Il suolo è la più grande fonte di biodiversità del mondo: due terzi di tutti gli esseri viventi si trovano nascosti sotto la sua superficie e oltre il 90% del flusso di energia nel suolo è mediato da microbi.

I consorzi di esseri viventi presenti nel terreno frantumano il suolo, decompongono la materia organica e favoriscono il nutrimento delle piante rilasciando azoto, restituiscono humus e sostanze minerali semplici, fondamentali per la fertilità e per la formazione di zolle soffici, porose e più resistenti all’azione dell’acqua, del vento e delle lavorazioni meccaniche, aiutano a controllare parassiti e agenti patogeni.

Le comunità formate dagli esseri viventi del suolo sono molto diverse. I gruppi di organismi di gran lunga più abbondanti e diversificati sono i batteri e i funghi, che svolgono un ruolo vitale nella decomposizione della materia organica, legando insieme gli aggregati del suolo per prevenire l’erosione e permettendo un drenaggio efficiente, la conservazione dell’acqua e l’aerazione.

La fertilità è strettamente connessa alla presenza di sostanza organica. Un suolo che ne contiene meno del 2%, come accade spesso nei paesi in cui prevale l’agricoltura intensiva, ad alto impiego di chimica e di meccanizzazione, è povero, destrutturato e degradato.

Il suolo fornisce i nutrienti e l’acqua necessari per produrre il cibo. Filtra l’acqua piovana e la rimette in circolo pulita e potabile. Gioca un ruolo importante anche nella mitigazione del cambiamento climatico, grazie alla sua capacità di immagazzinare carbonio.

Solo le pratiche agroecologiche, che limitano le monocolture e l’uso di prodotti chimici di sintesi, evitano arature profonde, effettuano rotazioni tra le colture e introducono il sovescio, possono conservare e rigenerare la fertilità del suolo.

Fonte: https://www.slowfood.com/wp-content/uploads/2021/03/IT_Position-paper-biodiversita%CC%80-3.pdf 

Da queste considerazioni è partito il nostro progetto. Lo studio del suolo è alla base del nostro orto. Crediamo che se non ci prediamo cura del suolo, nulla di quello che produrremo potrà corrispondere ai principi di qualità, sostenibilità e bellezza che ci siamo dati.