In Irpinia, accanto alla vigna, l’ulivo è da sempre simbolo delle nostre radici e della cultura della buona tavola. Sin da quando è nato Marennà avevamo quindi il desidero di sviluppare un percorso che approcciasse anche l’olio. Ci sembrava un modo più completo di raccontare i nostri territori a 360 gradi, portando il know-how di Feudi e approfondendo il potenziale dei diversi cultivar.
Ma fare l’olio è un’arte e per creare un prodotto a firma Marennà abbiamo cominciato la ricerca di frantoi di assoluta eccellenza con cui collaborare. E oggi finalmente vi raccontiamo la storia dell’oleificio Fina, che ci sta accompagnando in questo percorso.
Lungo la fascia appenninica nella zona centrale della verde terra d’Irpinia e precisamente lungo la linea dello spartiacque che separa le valli del fiume Calore e del Sabato, sorge l’antico borgo medioevale di “Mons Militum”, oggi Montemiletto, che dall’alto dei suoi seicento metri domina l’intera distesa verdeggiante in cui affiorano piante di ogni tipo. Fra queste vi sono sicuramente gli ulivi, che per generazioni hanno rappresentato la vera ricchezza della popolazione locale.
In questa zona collinosa, ricca di vegetazione e colture, nei primi anni dell’ottocento, un antenato della famiglia Fina costruì un frantoio ed iniziò a produrre un olio che, conservato in particolari anfore di terracotta, protette con cura, soddisfaceva ogni esigenza di palato, da quello quotidiano a quello più raffinato della nobiltà avellinese e napoletana.
Con il trascorrere degli anni, di generazione in generazione, la famiglia Fina si è tramandata l’arte di fare olio con l’obiettivo di migliorare sempre di più la qualità del prodotto.
Pur non dimenticando i metodi e la meticolosità dell’antica lavorazione, nel corso degli anni hanno modernizzato, secondo i tempi e gli eventi, il vecchio frantoio con sempre nuove tecnologie in grado di produrre un olio extra vergine fragrante e ricco di proprietà.
Oggi, grazie al loro intuito di sapienti produttori, hanno trasformato l’azienda olearia a conduzione familiare in un moderno stabilimento, aggiungendo un nuovo impianto di produzione e di imbottigliamento, con macchine che garantiscono la più rigorosa igiene e che permettono al prodotto di affluire nei recipienti senza manipolazioni. L’Olio Extra Vergine di Pliva mantiene così intatte le sue proprietà e la sua fragranza.
Alla guida dell’azienda, abbiamo incontrato Alfonso Fina, considerato “l’uomo dell’olio” per la conoscenza e l’amore con cui parla del suo lavoro.
Nonostante siano cambiati i tempi, Alfonso ha creato in azienda una sala d’attesa per gli anziani del Paese che attendono la molitura delle proprie olive. È stato lì, in questa atmosfera di un’usanza ormai perduta, che abbiamo conosciuto Alfonso mentre ci raccontava delle tante cultivar che gli portano e della sua qualità preferita la “Ravece”, originaria dell’Irpinia. L’importante – ci ha spiegato – è cercare di valorizzare sempre il frutto, l’oliva, a discapito della ricerca dell’amaro o del piccante, che non sempre si rivelano indicatori della qualità dell’olio.
Ci ha quindi accompagnati a visitare il suo museo dell’olio, dove conserva vecchie macine a pietra, le macchine e i sistemi di un tempo per mulinare le olive, conservare e servire l’olio.
Ed è stata subito sintonia di progetti. Impossibile non sceglierlo come partner per i nostri progetti sull’olio e come frantoio di trasformazione delle nostre olive, proprio per questo suo profondo legame a un’arte che si tramanda da millenni e di cui lui incarna l’evoluzione.